editorials

Studio dal testo di Ananke 84.

L’uso del nome Tecnigrafo post-alessandrino conferisce all’atto mentale la sua dimensione tecnica (la sua necessità, come mezzo e come fine) e simultaneamente, all’atto tecnico la dimensione ideale nell’automatismo nell’automatismo messo in azione. Si tratta, in concreto, di considerare l’operare dello strumento come estroversione di atti del pensiero. L’emergere del paradigma ipotattico impone all’attenzione del pensare...

Una premessa storico-metodologica. Intervista a Pier Federerico Caliari.

Redazione. Il Tractatus rivela il superamento del paradigma greco da parte del paradigma romano post-adrianeo. Si concentra sul paradigma dello schema polare che struttura la domus-acropoli che diviene modello di città, o paradigma di composizione urbana. Il tracciamento di questo schema, porta a compimento una concezione dell’architettura assai complessa, prodotta dall’esercizio -il più arduo concepito...

Confronto tra II mos maiorum e l’alternativa polare radiale ipotattica.

Lo studio di Doxiadis chiarisce il principio fondamentale del mos maiorum, quello che lega indissolubilmente l’occhio con la mano il piede nell’azione umana in itinere, quindi pensata nella circospezione indissolubile congiunzione tra agire e pensare cioè memorizzare, immaginare ragionare reagire a ciò che capita. Lo possiamo osservare in un momento distinto entro un atto rituale...

Per una semiologia architettonica.

Il cambio paradigmatico nell’architettura: dalla mimesi della circospezione, alla precognizione del paradigma dispositivo – lo schema grafico del tracciamento, per poli e linee o picchetti e funi sul campo. o e/o architetto. Per iniziare e preliminarmente, concordo con la tesi sostenuta in Relational spacing in Ancient Greece, (si veda l’articolo di Ananke dedicato allo studio...

La lezione di Villa Adriana – Ernesto d’Alfonso

Villa Adriana è il testo architettonico, fattuale e non verbale, che espone il paradigma della città romana. Quello fondato su di un tracciamento, non coincidente con gli assi di vie e piazze. Inoltre polare, radiale ipotattico e non più paratattico. Un tracciamento, irreperibile una volta costruita la villa, le cui rette congiungono i centri degli...

Il materiale,il disegno, la costruzione, il montaggio – Ernesto d’Alfonso.

Il Capitol è altresì l’opera in cui la teoria di Le Corbusier approda al suo punto apicale. Non intendo dire che sia la più intensa, certo quella che conferisce a Le Corbusier la statura di autore riconosciuto nel mondo, globale, per così dire. La prima griffe, per dirla con la moda. Forse, ha ragione Colin...

Il Capitol di Chandigarh – Ernesto d’Alfonso.

Chandighar rappresenta la summa dell’arte e della scienza di le Corbusier. Come tale riassume la prima modernità, ma entro un cambiamento che indica l’irrompere di ulteriori problemi che s’impongono all’attenzione degli architetti. Dei quali sarà Louis Kahn a d affrontarli. Per affrontare il palazzo del governo di Dacca, la capitale del Bangladesh, dovrà infatti a...

Tecnologie indigene e auto-costruzione – Ingrid Paoletti.

Introduzione L’India è un mosaico complesso, dinamico ed affascinate, in cui la distanza con l’Occidente è fortunatamente ancora evidente. Una differente visione dell’architettura, ispirata da riferimenti storici e modelli organizzativi a noi sconosciuti, in merito all’importanza del tempo come agente modellante, al ruolo mutevole della tecnologia, a una differente concezione di spazio e di memoria:...

Strumenti di partecipazione – Jacopo Galli.

Il ruolo della manualistica nella storia coloniale e postcoloniale. Durante i suoi cinquant’anni di carriera, Edwin Maxwell Fry ebbe l’opportunità di lavorare insieme a molti esponenti del movimento moderno, due su tutti: Walter Gropius e Le Corbusier. Maxwell Fry, ospitò Gropius durante la sua fuga dalla Germania del regime nazista, e fu il principale progettista...

Appunti di commento – Maddalena d’Alfonso.

Il dibattito in India tra la corrente nehruviana che vedeva nel pensiero tecnico-scientifico e nella cultura metropolitana il percorso di affrancamento per l’India e quella gandhiana che invece promuoveva un pensiero di autosussistenza attraverso l’agricoltura e la microeconomia, promosse l’ideazione di un protocollo per la creazione di cento città di medie-piccole dimensioni per la redistribuzione...

New Towns in India – Antologia di Otto Koenigsberger da Town Planning Review a cura di Niccolò Gaudio

La scienza dell’urbanistica è giovane. La sua applicazione alle realtà dei paesi sottosviluppati lo è ancora di più. L’esperienza dell’India del primo dopoguerra ha mostrato la necessità di nuovi metodi di approccio e che effetti e ripercussioni possono essere differenti da quelli ottenuti in Europa. Alcune importanti strategie sono emerse dai primi anni di sperimentazione...

Lectures 1/5 – Maddalena d’Alfonso.

Three town pattern, three economy systems for a partecipative cities. Jamshedpur Jamshedpur rappresenta il progetto pilota dell’intero Protocollo per le New Towns Indiane dopo l’indipendenza. Viene fondata con l’idea di costituire una comunità produttiva estesa, frutto di un accordo tra lo Stato Indiano e le industrie Tata, per servire il maggior polo di lavorazione dell’acciaio...