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Liberatoria

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Norme redazionali 

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1° Call.

Nel numero 2° si inaugura una nuova sezione, il forum di Arcduecittà che, perseguendo l’obiettivo di aprire al futuro, sollecita i più giovani, under trenta, a manifestare attraverso proposizioni a tesi, manifesti ed opere prime, gli orientamenti al futuro.

Si allega perciò, come testi inaugurali, quelli di alcuni giovani architetti romani e milanesi ed un contributo della redazione.

Appunti di critica per un manifesto a tesi

Ipotesi di uno scenario al futuro

Architettura: necessità o illegittimità.

di cui segnala le seguenti proposizioni chiave.

L’architettura è comunicazione, ma non dell’espressione soggettiva, piuttosto del pensiero che scopre nelle manifestazioni del mondo il modo di abitarlo, non da soli ma nella città.

L’architettura, oggi, impone una diversa attenzione al tempo ed all’interazione tra contesto locale e storia “urbana”. Non si può perciò aderire aprioristicamente ai paradigmi consolidati. Occorre metterli alla prova affinchè fronteggiando domande nuove, o “rompicapi” che verificano la capacità della struttura, sia possibile sostenerne le esigenze. O imporre ragioni per cambiare.

L’architettura è l’esercizio di una competenza umana, diversa da quella linguistica, quella di abitare/costruire. Attraverso la quale si determina la sinergia tra “tattilmente” misurabile e “visivamente” incommensurabile. Sinergia che la costruzione architettonica traduce in logica prossemica somatica decifrata nei comportamenti del senso comune.

2° call.

Per bilanciare le dichiarazione dei più giovani con un impegno nei confronti della “scienza” della composizione, la sapienza della costruzione, l’arte del disegno, si inaugura la sezione Research con una bibliografia di base riguardante la “rivoluzione” paradigmatica del XX secolo, in merito ad intreccio costruzione, disegno, percezione, abitazione. Proseguendo sulle indicazioni del n°1 abbiamo eletto casa del fascio di Terragni come esempio canonico sapiente della sintassi classica ma istruita dalle ragioni della tecnica e dell’abitabilità “moderne”.

L’opera non è modello estetico/stilistico, ma conformemente agli studi angloamericani esempio della mutazione paradigmatico dell’architettura moderna che istruisce la ricerca e la bibliografia. La scelta indica, nell’orizzonte storico della modernità in Italia, il momento di una opzione deliberata per la modernità in Italia generalmente condiviso. Per di più, a partire dalla close reading di Eisenman può essere termine di confronto sulla diversa concezione delle regole. E rimandare ad una evoluzione del tutto attuale nell’accezione di canone tra espressione soggettiva ed espressione del “tempo proprio”. Sollecitiamo da tutti coloro che sono impegnati sul tema, soprattutto nella scuola, a dare il loro contributo entrando nel merito di queste tesi.

3°call.

Futuro, progetto, scuola, riguardano il divenire della città.

Che non è esaurito dall’urbanistica. Di fronte ai fenomeni urbani, occorre una nuova attitudine degli studi. La spontaneità imprevedibile con la quale “avvengono” merita attenzione priva di pregiudizi. Sono già stati documentati, nei numeri scorsi i fenomeni delle formazioni non pianificate e perciò, per le istituzioni, illegali, ma obbligatoriamente tollerate che si agglomerano ed avviluppano attorno ai poli più dinamici delle città. A lungo considerate “irrazionali” oggi occorre riconoscere che non sono prive delle ragioni esistenziali primarie. Ciò non comporta il rifuto delle forme sapienti, ma impone l’attenzione alle loro regole dettate dalla necessità della convivenza minimale urbana. Si tratta di una ricerca antropologica piuttosto che sociologica. E si allarga a tutti i fenomeni imprevedibili ed imprevisti che determinano eventi fondamentali per la dinamica urbana: le abbiamo nominate come operazioni di tabularasing o fenomenologie di slumming city, sprawling city o shrinking city; infine formazioni di Gated community, nei confronti delle quali piuttosto che pianificare “risoluzioni” occorre ricercare, nel tempo di una positiva riforma, indurre forme di “resistenza civile”.

Sollecitiamo gli interessati ad intervenire in proposito con le loro osservazioni ed esperienze teoriche e/o progettual.

Gli interlocutori che vogliamo coinvolgere sono i giovani architetti, impegnati sia nella professione che nell’accademia, con l’obiettivo di promuovere il dialogo sui mezzi dell’architettura. Ci aspettiamo che l’attualità dei temi proposti animi il vostro interesse e che contribuiate ad arricchire e promuovere un dibattito che approfondisca la comune ricerca applicata o teorica.

Attraverso questo Call For Papers intendiamo acquisire i vostri contributi in una o più delle seguenti formule:

  • formato notizia ( 1.000 battute )
  • formato articolo ( 3.000 battute )
  • formato saggio ( 20.000 battute )
  • formato progetto ( 1.000 battute )

Tutti i testi dovranno essere in formato word.
Ad ogni testo dovranno essere allegate immagini fino ad un massimo di 10 in formato JPG risoluzione 600 pixel di larghezza e le relative didascalie in formato world.
Per una maggiore diffusione dell’articolo potrà essere inviata anche la versione in inglese del testo e delle didascalie delle immagini.

I contributi dovranno pervenire alla redazione entro il giorno 30 Ottobre 2014 all’indirizzo e-mail: redazione@arcduecitta.it
I contributi dovranno inoltre essere uniformati alle norme redazionali e corredati di apposita liberatoria scaricabili in formato pdf attraverso i seguenti link:

Norme redazionali

Liberatoria

I contributi ritenuti pertinenti ai temi proposti saranno pubblicati nel prossimo numero della rivista on-line e nella relativa versione pdf scaricabile.

 

La Redazione

 

 

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