Chandighar rappresenta la summa dell’arte e della scienza di le Corbusier. Come tale riassume la prima modernità, ma entro un cambiamento che indica l’irrompere di ulteriori problemi che s’impongono all’attenzione degli architetti. Dei quali sarà Louis Kahn a d affrontarli. Per affrontare il palazzo del governo di Dacca, la capitale del Bangladesh, dovrà infatti a trovare una forma ed immagine del tutto diversa da quella lecorbusiana, ed altrettanto pregnante. Tutto ciò per sostenere che le Corbusier chiude l’era della prima modernità. Proprio in un’opera che appartiene alla warm modernity. Ed apre un problema teorico che deve trattare del simbolo in un aspetto apparentemente incompatibile con la modernità. Cui Louis Kahn cercherà di dare risposta riportando all’attenzione sul rapporto tra monumento e istituzione. Questione centrale per l’architettura che l’approccio postmoderno all’architettura degli anni ’70 occulterà inavvertitamente. E che Team X , che sostituì i CIAM, nella sua deriva sociologica emarginerà intenzionalmente.
Restando con Le Corbusier nell’epoca della tarda prima modernità e nella Warm modernity, interessa qui delineare la sintesi che Chandigarh rappresenta della sua teoria architetonica nel versante urbanistico, dell’Urban design, esposto in una capitale indiana.
Come appartenente all’architettura concordo con la tesi di Quaroni “La rivoluzione del Movimento moderno è stata, una rivoluzione tipologica. Non c’è stato edificio che ha mantenuto, a rivoluzione compiuta, il tipo o i tipi, il modello o i modelli che esistevano prima” (Ludovico Quaroni, Progettare un edificio. Otto lezioni di architettura.) La rivoluzione tipologica è stata però conseguenza di una rivoluzione della scala urbana.
Crescita è stato effetto di questa rivoluzione che ha portato effetti nella taglia degli edifici e nella taglia della città. Taglia, in questo caso è parola che indica la struttura che lega l’insieme nella cresciuta grandezza. Parlare del Capitol, cioè della sede del potere che gestisce di tale grandezza la volontà politica, esige di parlare della struttura che unifica grandezze superiori a quelle pregresse e antiche, insulae maggiori, strutture di trasporto adeguate. Un intreccio tra tipologie ed elementi di morfologia urbana capaci di integrare l’insieme in un tutto.
Preme qui allora di chiarire il sistema urbano di Le Corbusier a partire dai tre insediamenti umani e giù giù fino alla tipologia edilizia residenziale privata o direzionale gestionale pubblica.
Parlo allora del modo in cui la planimentria di Chandigarh riassume la ville radieuse combinandosi ala teoria delle sette vie e con il sistema dei tre insediamenti umani.
Punto di partenza è questo disegno di Chandigarh comparato alla ville radieuse inserito nei tre insediamenti umani e irrigato dalla gerarchia delle sette strade


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