Il testo è concepito come esposizione del pensiero di Massimo Fagioli. Propone, alla lettera un passo importante della premessa alla V° edizione del libro Psicoanalisi della nascita e castrazione umana, il terzo dei tre che ne decretarono un primato nella sua disciplina, almeno in Italia.
Al centro della teoria della nascita che qualifica il pensiero dello psichiatra italiano, sta un atto primitivo compiuto dall’infante, che , come sappiamo, nasce indigente, il quale compie il suo primo atto mentale, , dice lo psichiatra, come pulsione d’annullamento che si converte in fantasia di sparizione nel negare la situazione in cui si è venuto a trovare, luce e freddo, sostituti del il liquido amniotico nel quale era precedentemente immerso. Polaroid, come spettacolo teatrale nasce da una idea di rappresentazione di tale pulsione/fantasia attraverso la macchina fotografica che è, infatti, una presenza operante.
L’uomo che sta subendo la prigionia nella propria mente agisce infatti in modo distorto quella dimensione pulsionale. Ha sempre sonno e vuole sognare. Non riesce a star sveglio.
La macchina è testimone di questo suo stato.
Fotografa la sparizione di ciò che, invece, si manifesta.
Così infatti comincia lo spettacolo con l’entrata di un uomo in scena, in disordine, come appena alzatosi dal letto. Ha in mano una macchina fotografica polaroid con la quale fotografa la sala. Estratta immediatamente la fotografia, questa è la proprietà della macchina, la infila in un episcopio. Si proiettano sullo schermo, l’insieme delle poltrone vuote di pubblico. Sappiamo, invece che la sala è occupata da molte persone precedentemente entrate una per una. L’autore ha voluto, infatti sottolinearne l’ingresso al buio con torce consegnate da “maschere”, proprio perché, fosse chiaro che la sala è piena di persone sedute al loro posto. Lo comunica e ribadisce l’attrice, una giovane donna bruna, che dalla sala chiama ripetutamente per nome l’uomo senza ottenere risposta, finché entrata anch’ella in scena e gli si pone di fronte.
DONNA BRUNA – … Allora?!..
UOMO – …Ho sonno!…
DONNA BRUNA – …Hai dormito tutto il pomeriggio!…
UOMO – …Ho sonno lo stesso!…
DONNA BRUNA – …Non fai altro che dormire!…
UOMO Ho sognato una casa con corridoi lunghissimi. Io aprivo delle porte e ogni volta che aprivo una porta venivo preso dal sonno. Dormivo e sognavo di avere un sonno insopportabile, tentando però di restare sveglio. E ogni tanto mi svegliavo sul serio, ma avevo sonno… per cui mi riaddormentavo subito!….
La donna bruna lo guarda con rassegnazione, poi si gira verso il fondale e guarda per un attimo anche lei le immagini della sala vuota. Si rivolge di nuovo all’uomo.
DONNA BRUNA – Ma lo sai che il pubblico c’è?…
L’uomo si gira verso la sala, scrutando nel buio; poi torna a guardare la donna.
UOMO – Allora dobbiamo fare lo spettacolo!. Ma non abbiamo provato mai!….
DONNA BRUNA – Non importa, lo facciamo lo stesso!….
Spegne l’episcopio . cala il buio.
Per tutto il corso dello spettacolo l’uomo sognerà incubi di assassinio e di morte.
Ciò che avviene sul palcoscenico, non è tutto.
Resta fuori, qualcosa che ha un “peso” di grande importanza nel dramma, benchè si manifesti fuori campo, al di fuori dell’azione sul palcoscenico.
Ha un compito fondamentale: di “datare” ciò che avviene sul palcoscenico.
Avviene dopo ciò che si è mostrato “fuori campo”. Dopo che Carlo Marx scrisse il capitale. Dopo la realizzazione del comunismo in Russia. Dopo la dittatura di Stalin, dopo la seconda guerra mondiale ed il suo esito, la divisione della Germania in due aree d’influenza: russa o americana. Soprattutto, ciò che avviene sulla scena accade soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989.
In Italia, un decennio prima, era avvenuta una sorta di azione terroristica in nome del comunismo, la quale reagiva, penso all’invasione dell’Ungheria nel ‘56 ed alla repressione dei moti di liberazione nazionale della Cecoslovacchia nel ’68.
Ai quali successero azioni terroristiche in Italia con finalità rivoluzionarie. Anch’esse citate nel dramma con documenti fotografici dei momenti di conflitto.
In un certo senso fu condiviso in Italia un sentimento di rimozione collettiva di quelle repressioni rispecchiato nel dramma dalle battute rivelatrici pronunciate dall’uomo malato in un momento centrale in cui compare in scena con una corda per legare la donna Bruna, sua compagna di vita. Dice l’uomo malato,
– Quando ci sei vorrei che tu non ci fossi; (recita l’uomo ammalato. Mentre tenta di legare la donna bruna) quando non ci sei non resisto alla tua assenza!…. Non so come mai!…. Vorrei che la realtà fosse diversa da come è.… e, un pò alla volta, quella situazione passata sembra ricostituirsi davanti ai miei occhi, ed io ho come l’impressione di poterla modificare…[eppure ndr]… E’ follia l’idea di poter modificare il passato!… La realtà si modifica solo con l’azione, e l’azione riguarda solo il presente!… Il passato è!… E’ quello che è!… Il futuro non è!… Ogni attimo della vita è una particolarissima congiuntura tra futuro e passato!… Ma tutto ciò non spiega perché quando ci sei vorrei che non ci fossi e quando non ci sei non resisto alla tua assenza… Il dramma che sorge dal conflitto di questi tempi, quello conscio e quello inconscio, quello della realtà e quello della pulsione di sannullamento è al centro dell’azione.
Forse è meno esplicito di quanto non fosse necessario.
Forse il fatto di citare alla lettera il testo di Massimo Fagioli non aiuta a esplicitare i riferimenti. L’evidenza comunque s’impone a chi segue passo passo il dramma.
Gli eventi che marcano irrevocabilmente il tempo sociale, sono occorsi e conferiscono realtà concreta al tempo intimo, personale, perchè esso “cade” nel tempo di tutti.
Questo chiarimento non riguarda solo il vissuto dei pazienti del terapeuta, ma la quotidianità di ciascuno. Sto parlando della quotidianità di cui riferisce Risotto, la commedia di Fago di cui si scrisse in precedenza. Polaroid quindi va oltre la esposizione della quotidianità del tempo interno. S’interroga sul tempo sociale che avvolge dei suoi eventi il tempo personale. Che sia sano o no colui che lo vive. Torno alle parole dello psichiatra nel dramma che si svolge sul palcoscenico.
Al rapporto esposto dalla coppia che manifesta la malattia dell’uomo ingabbiato nel sogno, corrisponde la coppia che espone la relazione terapeutica tra medico e paziente, in questo caso la terapia di gruppo praticata da Massimo Fagioli.
Tra i due nuovi personaggi, la donna bionda e il medico, si svolge una schermaglia, in cui la donna rinfaccia al medico di non conoscerlo e di diffidare di lui. Alla quale il medico controbatte che ella rimuove la sua presenza e non vuole dar fede al suo insegnamento terapeutico. Di non credere ai molti distacchi dalla madre nei quali consiste l’esercizio della pulsione d’annullamento/fantasia di sparizione .
Riprendo dal testo:

Dopo aver fatto due capriole, il Medico esegue tre verticali ed un’ ultima capriola, in corrispondenza dei quattro concetti che mano a mano enuncia… Nascita … Svezzamento … Visione dell’essere umano diverso … Pubertà.
La donna lo colpisce alle spalle facendolo cadere per terra.
DONNA BIONDA – … Tu parli di cose invisibili …
MEDICO – (rialzandosi) … Ma la fantasia interna fa vedere le cose che gli occhi non vedono e la ragione non pensa. Cosa accade nell’inconscio alla nascita, allo svezzamento, alla visione dell’essere umano diverso, alla pubertà.
DONNA BIONDA – (spingendolo di nuovo per terra) … Tu dici di saperlo…
MEDICO – … Lo so!…
DONNA BIONDA – (camminandogli sopra) … Tu parli di una sanità
mentale che non esiste: tu parli di ciò che dovrebbe essere ma non è.
MEDICO – (rialzandosi) …E’ per la pulsione di annullamento che fate nei riguardi delle possibilità umane.
DONNA BIONDA – (dandogli ancora una spinta) … Ma noi non
conosciamo la pulsione di annullamento che faremmo nei riguardi delle possibilità umane.

Dunque ai primi temi quello del conflitto del tempo interno (inconscio) e del tempo comune (conscio) ed alla crudezza con cui la documentazione fotografica di eventi comuni, traumatizza, sostituendo la memoria vivente, quella che Husserl chiama immediata, o meglio, impedendole di esercitare la sua presa d’atto operante, anche relativamente ai risvolti morali si aggiunge questo aspetto che mette profondamente a disagio. La mediatizzazione della informazione che tiene vigile la memoria concorre a replicare un disagio che mina la sanità mentale.
la cruda documentazione impone una destabilizzazione profonda nel sentimento del proprio tempo e nella percezione del valore morale della propria azione. Polaroid propone il suo appello alla coscienza di tale problema cruciale del nostro tempo.
Con simili osservazioni siamo andati un poco oltre. Torno allo spettacolo.
Dice il medico: Fantasmi del padre ucciso, ombre di donne perdute, fratello morto prima della nascita; il sottofondo della struttura lignea su cui sedevano le figure sorridenti faceva tremare il corpo che si chinava in avanti per raccontare il sogno.
DONNA BIONDA – Sotto c’è il vuoto, soltanto un pò d’aria stagnante come quella che incontrammo alla nostra nascita.
MEDICO – Sotto le vostre figure c’è la vitalità e la fantasia, come sotto la figura della struttura lignea c’è la storia, la storia di quindici anni. Vitalità, nascita, svezzamento. Le forme inconsce invisibili si propongono alla coscienza disgregando il sapere costituito che parla di un inconscio inesistente come l’aria stagnante sotto la struttura lignea o di un inconscio dissociato e perverso distruttore di sè e degli altri.
DONNA BIONDA – Ha ragione Freud, ha ragione Lacan; nell’inconscio c’è il vuoto, la dissociazione, la castrazione!…
MEDICO – Allora perché vi angosciate di fronte alla figura dell’analista che ha una forma inconscia che sa interpretare i sogni?!…
DONNA BIONDA – Perché tu non sei come noi!…
MEDICO – La coscienza e il rapporto certo con la realtà materiale vengono messi in crisi dalla visione dell’essere umano diverso.La proposizione della mia identità, attraverso i tre libri, fu immagine, figura diversa che nascondeva una forma inconscia sconosciuta. Vitalità, nascita, svezzamento, immagine interiore dell’essere umano diverso. E alcuni vollero distruggere la forma interna sconosciuta, altri vollero conoscere la forma interna sconosciuta. ….DONNA BIONDA – Ma noi l’abbiamo perduta; tutti l’hanno perduta, hanno perduto la carica sessuale originaria come hanno perduto il liquido amniotico, per sempre….
UOMO – Quando nacqui le onde si fermarono congelate dal freddo circostante; gli occhi, feritida un’improvvisa e sconosciuta luce, si chiusero, ad annullare il mondo. Quando nacqui le sirene cantarono una melodia infinita e indefinita che si tramutò in pianto disperato per la perdita del mondo sommerso; la fantasia creò un’immagine infinita e indefinita che dissolse quel pianto tramutandolo in speranza. Quando nacqui
il tempo incominciò con l’attesa e la speranza; e tutto il corpo
circondato dal calore di braccia e di baci cercò soddisfazione per l’improvviso e sconosciuto desiderio.
Di nuovo buio. Dopo qualche istante la luce riappare sul leggìo di destra. Entra il medico e legge
MEDICO – Poi tornavano; e le figure sorridenti si sedevano sui cuscini della struttura lignea e dichiaravano l’assenso cosciente alla vitalità, alla nascita, allo svezzamento.
Luci di taglio in proscenio. Da sinistra entra la donna bionda: ha in mano i tre libri foderati di verde e un bicchiere. Si porta al centro della scena; riempie il bicchiere con un liquido verde che sgorga dai tre libri e lo porge al medico.
DONNA BIONDA – Siamo guariti perchè ora sappiamo. La coscienza ha creduto all’inconscio. La verità non è il vuoto, la dissociazione, la castrazione. Ci sta bene anche la visione
dell’essere umano diverso.
Con il riconoscimento della nascita come inizio assoluto, la persona ha ritrovato lo stato di sanità mentale, quello in cui si può collaborare con gli altri e produrre. E la produzione è ‘‘naturalmente’’ artistica, tecnica.
Come tale, mette in esercizio memoria ed immaginazione. Tale immaginazione può apparire sganciata dalla memoria. Tuttavia la memoria nell’arte, si consegna all’opera stessa, la quale costituisce, di nuovo naturalmente, modello, cioè esemplare replicabile: una sorta di prescrittura che ferma nel fatto il saperlo fare. Una sorta di memoria fattuale.
Non vi è primato dell’immagine se l’immagine non si fa carico di una tecnica artistica che intuisce nella realtà concreta il come essa si incarni.
Nella nascita di Fagioli come origine assoluta ciò che conta non è l’immagine ma la percezione della luce e del freddo come diversità traumatica nei confronti di un prima ove non c’erano, nessuno dei due. Perciò la pulsione d’annullamento e la fantasia di sparizione sono gli atti originali di un riconoscimento dall’interno di una differenza vissuta all’interno. qualcosa cioè di cui si prende atto come variazione della situazione in cui ci si trova. Dall’esterno. Cioè dalla parte della mutazione irrevocabile. Già avvenuta. Ineluttabile.
Non è dunque l’immaginazione l’elemento genetico della nascita, ma l’elemento genetico del sentire e del pensare. Essendo già nati. Una teoria dell’arte insorgente da questa evidenza conduce a sentire questo momento reale/mentale come estroversione di memoria/immaginazione. Non basta la memoria. Non basta l’immaginazione.IMG_3177 IMG_3112 IMG_3113 IMG_3162 IMG_3165 IMG_3166 IMG_3167 IMG_3169 IMG_3173 IMG_3176


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