Si propone qui una ricerca sui modi d’utilizzo dei software parametrici nella progettazione architetturinica e urbana. Rispetto agli studi anglosassoni, si propone un metodo alternativo e nuovo. Il procedimento tradizionale a partire dall’analisi tipo-morfologica è sostenuto da uno strumento digitale parametrico generativo che utilizza algoritmi di programmazione informatica. I parametri presi in esame, ricavati nella prima fase di analisi del contesto, sono parametri “culturali” basati sulla ricerca del carattere identitario del luogo, delle sue misure e giaciture; e sullo studio della loro

evoluzione nel tempo. La condizione di crisi economica ed ecologica della contemporaneità obbliga anche a una riflessione riguardo a parametri ambientali e parametri economici. Questa consapevolezza deve, però, porsi necessariamente a partire dalla questione culturale e identitaria del Luogo. Al giorno d’oggi è imprescindibile l’aggancio alla scala globale, ma questo deve avvenire attraverso una “riterritorializzazione” del locale, del suo carattere particolare. Attraverso l’uso di nuovi strumenti ci si pone, quindi, il problema di rifondare una nuova immagine dell’architettura contemporanea che, oltre a introiettare questioni ambientali, ritrovi una continuità con il contesto e possa costituirsi come un “mediatore simbolico” fra diverse generazioni nella storia. Ancora il tema fondamentale rimane la forma dell’architettura e, soprattutto, il suo significato legato a una cultura e a una sapienza ambientale
ritrovata. Teoria. Un procedimento diverso che si vale di molteplici prestiti interdisciplinari fornisce un apparato concettuale adeguato ad una tecnica originale di progettazione digitale parametrica. Questa azione ideale e strumentale può sostenere una ricerca di mutazione paradigmatica la quale può oggi avvenire solo entro il conflitto crisi-continuità/ discontinuità come era stato teorizzato nel dibattito teorico milanese del secolo scorso. Oggi, stiamo assistendo ai risultati di un improvviso aumento delle misure e della scala dell’insediamento urbano, uniti a una pesante infrastrutturazione a rete del territorio e una grande complessificazione funzionale e formale dei suoi poli nodali. Caratterizzata da una struttura adattativa, la megalopoli contemporanea è la città archetipica della complessità. Si pone un problema di Economia ed Ecologia del nuovo paradigma urbano. Ciononostante se oggi siamo purtroppo
costretti a fare i conti con una grave problematica ambientale e una altrettanto preoccupante crisi economica globale, non è difficile rendersi conto di quanto sia critica la condizione culturale. Purtroppo però le questioni sono affrontate sempre più rispetto a temi prettamente prestazionali e di comfort: ogni ambito si frammenta in compartimenti
stagni iper-specializzati, ognuno votato solamente al suo settore disciplinare, perdendo di vista l’insieme delle parti.
Nuovi raffinati strumenti oggi permettono di misurare, mappare e progettare le diverse parti della città contemporanea, considerandone la grande complessità. Questi stanno però generando forme di pensiero fondate su una cultura principalmente scientista e non umanistica: ne scaturisce una inedita sensibilità, nella percezione dei fenomeni,
poco legata ai temi della cultura e del carattere identitario delle società, problema chediventa fondamentale in un contesto che obbliga a una presa di posizione di fronte alla questione dell’omologazione globale. Attivo prevalentemente in ambito anglosassone, il dibattito teorico legato a questo filone della ricerca architettonica, ha registrato in modo dettagliato la stretta relazione che intercorre tra tali tematiche e i progressi che, a partire principalmente dagli anni sessanta del Novecento, rivoluzionarono le discipline scientifiche: retroazione e dinamiche non-lineari in matematica e fisica, teoria del caos, teoria dei frattali, emergentismo, autorganizzazione, eccetera. Il paradigma della complessità oggi investe tutti campi: grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche all’interno della catena di montaggio, l’industria abbandona il modello produttivo fordista legato all’idea di standard e inizia ad esplorare il concetto di mass-customization; Economia, Ecologia, Sociologia e il pensiero contemporaneo in generale, rivoluzionano i propri paradigmi a partire dallo studio e la modellizzazione matematica dei comportamenti emergenti e non-lineari che avvengono in natura. Questa inedita sensibilità ha portato all’affermarsi di un pensiero filosofico nato dalla
presa di coscienza della creatività “intrinseca” della materia e della sua carica morfogenetica. Questo approccio ha generato nel mondo dell’arte e dell’architettura, la convinzione che l’artista, o l’architetto, debbano smettere di imporre le proprie idee e immagini mentali sulla materia e che dovrebbero, al contrario, stabilire una sorta di relazione con essa, al fine di innescare un processo morfo-genetico a partire dalla tensione propria di quel materiale ad assumere particolari e specifiche conformazioni. La possibilità di misurare e valutare, attraverso l’uso dello strumento informatico, grandi quantità di informazioni legate da complessi rapporti di consequenzialità, oggi ci permette di trovare delle forme che
garantiscono una buona efficienza e ottimizzazione. Ma rimane fondamentale non perdere di vista l’aspetto centrale della questione: il significato e il valore simbolico e identitario di una forma. Da qui nasce l’urgenza di proporre questa ricerca: riportare al centro il valore della capacità dell’architetto di sintetizzare il proprio pensiero, e tutta la complessità delle questioni coinvolte nel progetto architettonico, nell’atto della composizione. E’ però fondamentale integrare gli strumenti progettuali contemporanei all’arsenale oggi a disposizione dell’architetto. E a questo riguardo si pone la questione di quale possa essere la relazione tra le nuove tecnologie e i saperi ambientali. In architettura, l’introduzione di nuovi strumenti, ha superato diversi adattamenti. Oggi ci apprestiamo a entrare in una fase più matura nell’uso del computer.  Alla prima sperimentazione sui software di modellazione digitale si sostituisce un metodo più “puro”: la scrittura di algoritmi, basati sui linguaggi di programmazione. Nella scrittura degli algoritmi è fondamentale la scelta dei parametri. La maggior parte dei progettisti che utilizzano queste tecniche, considerano quasi esclusivamente l’ecologia e l’economia del progetto. Ritengo, invece, essenziale ri-focalizzare alcune questioni da sempre fondamentali nella disciplina architettonica: primo fra tutti il pensiero sull’uomo come unità di misura. Penso che sia necessario continuare ad affrontare le questioni dell’abitare, sfruttando tuttavia le potenzialità offerte dagli strumenti contemporanei, purché questa assunzione avvenga in modo critico e propositivo.


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