ARCH2CITTA@Magasine_n°3_LWD_copertina

 

Innanzitutto si segnala di nuovo il rapporto essenziale tra regione e città.

Lewarden è capitale della Frisia in quanto capoluogo organizzativo e simbolo dell’opera che trasformò il braccio di mare, tra isole del  meddlesee e la maremma circostante, in area agricola. È stato così possibile riguardarla secondo le tesi di Cattaneo come giardino prodotto dal lavoro anonimo e plurisecolare delle popolazioni abitanti. Guardando alla città ed al suo territorio con gli occhi di Cattaneo, è stato possibile sostenere che lo stato esistente quale emerge dai molti rilievi, (cartografici e d’ispezione sostenuta da schizzi al vero o fotografie),  è l’“ora” della biografia urbana, che il progetto accoglie per indicare un orientamento alle trasformazioni prossime venture. In altre parole ai processi metabolici. Ricerca e progetto si rapportano in una sinergia essenziale.

Mi preme in questa sede sottolineare la sinergia perseguita tra questi due momenti normalmente trascurata.

Dal mio punto di vista rappresenta il più importante contributo del lavoro di Marta e Margherita alla disciplina del progetto architettonico.

Considero allora i rapporti tra ricerche e scelte di progetto:

1.

Le scelte primitive di progetto, sono state contestuali alla prima fase prevalentemente geografica, come si è già detto. Solo in questa sede, è stato possibile stabilire il rapporto multi_scalare tra 1:100/1:500/1:5000 (la fabbrica del monumento scelto a misura e “simbolo” della citta nel suo contesto locale e nell’insieme urbano) e 1: 500.000 (il territorio di cui la città si è presa cura). In questo rapporto infatti coglie il rapporto tra la scala al vero dei corpi di fabbrica nell’intorno urbano e nella città storica nei confronti del territorio con cui quelle popolazioni si sono misurate nel prendersene cura e renderle ospitali per le popolazioni a venire. Infatti il braccio di mare dove sorge il primitivo insediamento sulle alture semi_artificiali del terp di Holdenhove, è stato prosciugato come pure il relativo porto.

Cosicché la citta marittima è diventata città agricola.

Questo processo millenario determinante la ricchezza della città ha costituito la premessa al fatto che tra seicento e settecento Leewarden è stata capitale della Repubblica delle sette provincie unite d’Olanda, non solo della Frisia. Si trattava di stabilire quale fosse il “monumento” di questa impresa plurisecolare anonima.

È stato riconosciuto nel piccolo edificio che se ne sta solitario lungo il canale nel vasto slargo che, all’incrocio  all’incrocio della stradina antica del centro storico ricorda la banchina del porto De Waag, la pesa. Ricostruita nel XVII secolo, definisce le misure di un tipo edilizio caratteristico del porto antico. Oggi “pub” e centro popolare d’aggregazione civile. Perciò questo edificio è assunto metro modulare della “proiezione” della città sul territorio. Stabilisce il punto d’incrocio degli assi che irrigidiscono in una geometria rigorosa l’ansa della riva del Meddlesee prosciugato.

La proiezione concreta l’osservazione multi_scala dello studio cartografico sui diversi registri: i tempi lunghi dell’archeologia,  le vicende storia,  con i tempi brevi del presente terzo millennio verificati dal Telefono/computer. Questi d’altra parte supporta la programmazione multipla del tempo sostenuta dalle molteplici reti di trasporto che garantiscono una equivalenza temporale nel dislocarsi tra luoghi a diversa distanza spaziale.

Il monumento del tempo lungo, nel presente e l’incrocio d’assi che origina non indica solo e tanto la proiezione della citta sul territorio, diviene invece il principio ordinatore della scelta etica o meglio democratica principale del progetto, quella di coinvolgere nell’evento eccezionale l’intera area urbana della città odierna, cosicché le popolazioni possano essere coinvolte direttamente nel vicinato e ciò che avviene nell’anno eccezionale ridondare nel calendario delle festività pubbliche in tutti gli anni  a venire. L’incrocio d’assi è, perciò, elevato a principio d’ordine della quadricola che individua la moltitudine delle aree d’intervento. Sono addirittura 72. Manifestano l’intento di coinvolgere nella partecipazione, l’intera città e la sua popolazione. Questa scelta egualitaria interviene sul territorio della città che preliminarmente è stato interessato da una individuazione di due parchi lineari urbani tesi a rafforzare l’interfaccia tra città e paesaggio naturale l’uno a est l’altro ad ovest della città. Questi segue la linea dell’antica riva marina, l’altro segnala il bordo dell’antica campagna.

Si nota ora che la quadricola delle 73 aree d’intervento non può agire in modo neutrale sulle diverse aree della città perché il loro stato e vocazione sono ovviamente differenti. Sono stati allora previsti tre gradi d’intervento in base alla capacità di attrarre il pubblico chiamate top1 , top2, topo3. Ogni grado d’intervento è stato considerato alla luce di questa naturale differenziazione. Come vedremo si è cercato di ovviare alle disuguaglianze di stato con un sistema per determinare una centralità temporanea effettiva e simbolica.

 

2.

Trattandosi ora di elaborare interventi architettonici puntuali, una ricerca solo cartografica non poteva bastare. La discesa di scala implica l’integrazione delle vedute del paesaggio alla scala locale o al vero. Si colloca di fronte alle esigenze di questo problema progettuale schiettamente architettonico la seconda ricerca che documenta le visite ed ispezioni o le esplorazioni a piedi, in bicicletta e talvolta in barca con schizzi e fotografie. Essa ha consentito di collocare le tipologie nel contesto secondo le istanze della scuola di Milano. Non sempre e tanto nel tessuto urbano, stante il carattere della città olandese che predilige il landscape urbanism all’urban design, bensì in quanto immagini nelle vedute del contesto, come illustrano le tavole di progetto qualificate piuttosto che dal disegno di suolo da immagini espressive di un’intonazione paesistica.

In proposito segnalo la tavola alla pagina centrale nella quale i top 2 illustrano la picchettatura degli edifici alti che assicurano la nuova ricettività e costituiscono la modalità di una nuova mappatura.

 

3.

Una terza ricerca ha poi orientato le qualificazioni di landscape urbanism. Si è in proposito studiata la cartografia digitale di Google earth che fotografando il suolo e consente di distinguere dal punto di vista morfologico e figurativo, gli stati differenziati del paesaggio: quelli in cui persiste un adacquamento palustre, quello in cui emergono le aree iper_disegnate dall’agricoltura, quello in cui emergono i dislivelli innaturali tra mere e terra assicurati dalle dighe, gli eendekooi o aree protette per la riproduzione degli uccelli acquatici.

Ne sono venuti paradigmi d’intervento non solo paesistico a larga scala ma altresì alla piccola scala dei parchi locali che collocano gli edifici pubblici entro i paesaggi naturali, intatti, stabilendo un’interfaccia tra natura e artificio.

 

4.

Una sintesi finale delle ricerche consente di ribadire il carattere primario del paesaggio olandese: umido e palustre, il cui tratto antropico più comune è il canale, una via d’acqua percorsa in su ed in giù da barche. E sul canale il mulino a vento che fornisce l’energia necessaria a sollevare l’acqua oltre le dighe. Il canale, l’edificio, la barca sono presi insieme da una intuizione integrante che riunisce alla prima scelta di progetto De Waag il progetto d’intervento sul questo centro ideale della città. Lasciata la preesistenza tal quale, se ne duplica forma e grandezza in figure iper_moderne ponendola a ponte sul canale alle sue spalle facendolo tornare sull’acqua.

Se ne scala poi forma e figura, in modo da poterlo collocare così rimpicciolito su di uno scafo galleggiante così che possa itinerare sui canali della città. Li può allora visitare a turno muovendosi sull’acqua, portando con sé l’immagine del centro. Attraccando, allora, entro le aree d’intervento,  eleva di volta in volta luogo ove si posiziona a centro temporaneo della città, illuminando l’evento programmato. Trasmettendolo inoltre attraverso le apparecchiature iper_mediatiche di cui è dotato, cosicché chiunque possa partecipare e interagire in tempo reale.

L’intonazione caratteristica del paesaggio locale specifico illuminato dall’intervento è esemplificata dalle otto immagini che indicano il moltiplicarsi dei luoghi notevoli della città nell’occasione di Leewarden citta della cultura 2018.

 

In conclusione, una progettazione caratteristica della “scuola d’architettura di Milano” che è politecnica nell’accezione italiana e non francese, risalente a Cattaneo, ha basato sullo studio della geografia nell’alterazione storica delle società umane, un progetto. Esso tenta di pensare l’intervento del progetto urbano che vuole adeguare all’oggi lo stato preesistente con l’intento di dotare la città di molti luoghi ubicati nel centro nella periferia storica, nelle aree periurbane, cosicché si formi un’eguaglianza di valore urbano in tutta Leewarden. E si possa formare tutti gli anni un calendario di ricorrenze che coinvolgendo tutti nei diversi luoghi concretizzi una forma odierna di luoghi “monumentali”,  non perché simbolicamente celebrati da monumenti, ma perché vi scorrono i momenti che si ricordano come degni di memoria nei cicli della vita personale, comune, sociale.

Ernesto d’Alfonso


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