Ogni cosa è visibile e comunica per la sua superficie
Luigi Moretti

 Img.1  Michelangelo: Palazzo Capitolino in Roma (esecuzione di Prospero Burcapaduli e Tomaso dei Cavalieri). Particolare delle modanature superiori di una finestra | Piet Mondrian (1872-1944): Composizione |  Michelangelo, Palazzo Capitolino, particolare del cornicione e fastigio del finestrone centrale aggiunto da Giacomo del Duca.

Img.1  Michelangelo: Palazzo Capitolino in Roma (esecuzione di Prospero Burcapaduli e Tomaso dei Cavalieri). Particolare delle modanature superiori di una finestra | Piet Mondrian (1872-1944): Composizione |  Michelangelo, Palazzo Capitolino, particolare del cornicione e fastigio del finestrone centrale aggiunto da Giacomo del Duca. 

“E’ curioso comunque che nelle varie dispute sull’arte astratta non si sia mai, anche dopo, rilevato che le modanature, assieme ai corrugamenti di certe superfici “a rustico” sono le uniche forme plastiche non figurative dell’architettura antica.
La presenza costante nell’architettura antica delle cornici e delle modanature ci indica che questi elementi dovevano assolvere funzioni espressive e formali inequivoche e fondamentali. Poichè in un linguaggio quando una modalità sintattica rimane viva e dominante per secoli, vuol dire che è connaturata alla struttura intima del linguaggio medesimo.”

 

 Img. 2: Baldassarre Peruzzi: Palazzo Ossoli in Roma, Via de' Balestrari. Proiezioni prospettiche della fronte. | Relazioni tra gli spazi individuati dalle cornici e tra le loro proiezioni.

 

Img. 2: Baldassarre Peruzzi: Palazzo Ossoli in Roma, Via de’ Balestrari. Proiezioni prospettiche della fronte. | Relazioni tra gli spazi individuati dalle cornici e tra le loro proiezioni.

“Costituire l’ossatura geometrica di uno spazio architettonico, che è sempre metricamente cospicuo, vuol dire, nella viva realtà, scandirne anche la temporalità di visione, segnandone le singole battute. La cornice ha così valore di elemento di transito, di congiunzione tra un tempo e l’altro, fra uno spazio e l’altro. Naturalmente i tempi-spazi di un edificio, non essendo come in un’opera di pura plastica determinati soltanto dalla logica lirica della forma, ma condizionati ab imo a un sustrato o almeno una suggestione costruttiva, debbono coincidere anche con le spaziature di significato strutturale. Le cornici segnano una punteggiatura precisa che determina la sintassi unico dello spazio architettonico.”


Img.3: Nicola Pisano con Arnolfo di Cambio e aiuti: Pergamo del Duomo di Siena (1265), archetto trilobo, particolare. |  Louth, Irlanda: Dolmen di Proleek | Volterra, Museo Guarnacci: Urna cineraria etrusco-romana, particolare.

Img. 5: Gianlorenzo Bernini: S.Andrea al Quirinale in Roma (1678). Facciata, particolare.|Francesco Borromini: Oratorio dei Filippini in Roma. Particolare del portale. | Tempio di Athena Nike sull'Acropoli di Atene (450 circa-432). Base di una colonna, modello in gesso

 

Img.3: Nicola Pisano con Arnolfo di Cambio e aiuti: Pergamo del Duomo di Siena (1265), archetto trilobo, particolare. | in alto: Volterra, Museo Guarnacci: Urna cineraria etrusco-romana, particolare. | in basso:  Louth, Irlanda: Dolmen di Proleek 

Img. 4:  Gianlorenzo Bernini: S.Andrea al Quirinale in Roma (1678). Facciata, particolare.|Francesco Borromini: Oratorio dei Filippini in Roma. Particolare del portale. | Tempio di Athena Nike sull’Acropoli di Atene (450 circa-432). Base di una colonna, modello in gesso

“Ma un altro e più poderoso valore hanno le cornici in una architettura: la capacità di addensare al massimo il senso del concreto, il senso di esistenza, di realtà obiettiva. […] Possono richiamarsi alla mente innumerevoli esempi: per tutti valgono il Bruto di Michelangelo, i profili dei banchettanti delle tombe tarquinesi, il volto della Gioconda, le rocce del Mantegna: che esistono, tutti, con una potenza che la visione diretta della natura non ci offre. Io stimo questa qualità di esistere potentemente, di addensare la realtà, come la significativa dell’arte. […] Le cornici, le modanature, sono appunto gli elementi ove la realtà, la concretezza, di un’architettura sembra rivelarsi nella sua massima forza”

 Img.4: Walter Gropius, Marcel Breuer, Casa Chamberlain a Wayland, USA (1940), particolare

 

Img.5: Walter Gropius, Marcel Breuer, Casa Chamberlain a Wayland, USA (1940), particolare

“Alcuni maestri del primo razionalismo- e quanti discepoli- credevano di raggiungere, esaurire o comunque risolvere la loro spinta verso un mondo puro, cristallino, con la materia stessa del cristallo, col vetro. Slittavano così inavvertitamente dalle esigenze del linguaggio plastico alle esigenze, per omonimia, della dizione letteraria. L’aspirazione a una implacabile nettezza formale che è vanto dello spirito moderno si confuse, nell’esprimersi con la nettezza effettiva del materiale, con il lucido o traslucido delle superfici.”

 Img. 6: in alto: Arco doppio, del coro della Chiesa Collegiata d'Eu, Fècamp (XV secolo). Costruzione del profilo su tracciati a 60° e 30°. (Viollet-le-Duc)| Edigton, Wiltshire: Chiesa monastica (1352-1361). Modanature. | in basso: Leon Battista Alberti: S.Sebastiano in Mantova (iniziato nel 1460 da Luca Fancelli, su disegno dell'Alberti, ripreso più tardi e compiuto nel 1499 da Pellegrino Ardizzoni). Particolare del cornicione e del fastigio sulla facciata. | Esempio teorico di una dipintura di trabeazione greca. La trabeazione qui presentata a sostegno dimostrativo del colore è del Partenone, angolo a destra della fronte.

Img.7: Michelangelo. Base della statua equestre di Marco Aurelio A.P. in Roma. Cornice superiore, lato di ponente. Variazione delle ombre (marzo, 13,14,15)

Img. 6: in alto: Arco doppio, del coro della Chiesa Collegiata d’Eu, Fècamp (XV secolo). Costruzione del profilo su tracciati a 60° e 30°. (Viollet-le-Duc)| Edigton, Wiltshire: Chiesa monastica (1352-1361). Modanature. | in basso: Leon Battista Alberti: S.Sebastiano in Mantova (iniziato nel 1460 da Luca Fancelli, su disegno dell’Alberti, ripreso più tardi e compiuto nel 1499 da Pellegrino Ardizzoni). Particolare del cornicione e del fastigio sulla facciata. | Esempio teorico di una dipintura di trabeazione greca. La trabeazione qui presentata a sostegno dimostrativo del colore è del Partenone, angolo a destra della fronte.

 Img.7: Michelangelo. Base della statua equestre di Marco Aurelio A.P. in Roma. Cornice superiore, lato di ponente. Variazione delle ombre (marzo, 13,14,15)

“Le variazioni di luce su una cornice rivelano la palpitazione perenne di una facciata antica, in ogni ora diversa, che si atteggia con il corso del sole, in armonia col mondo. Ogni singola cornice diventa un canto straordinario con diverso tono da mattino a sera. Vi sono pezzi eccezionali che stupiscono per il loro mutevole carattere: le bibliche passionali cornici di Michelangelo, scavate in magma primordiale, i tagli neri e blu, la irrequietudine eterna delle sagome del Borromini, i distesi, stillanti, impassibili modini dell’Alberti- impassibili poi veramente in quella serenità così grave da essere malinconica, da Porfirio?- la prepotenza panica degli aggetti del Bernini, la puntigliosa, fremente, continua sensualità e logica dei profili gotici. La forma delle cornici convoglia le ragioni di una facciata e le rivela veementemente.”

Img.8: Giulio Romano e seguaci: Palazzo Colloredo, ora di Giustizia, in Mantova. Bugne del basamento. | in alto: Alessandro Galilei: Facciata della Basilica di S. Giovanni in Roma, particolare. | Tempio di Poseidone a Pesto, prima metà del V secolo a.C. : Fusto di una colonna d'angolo, particolare. | in basso: Base di pilastro proveniente dal portico dell'"Hotel de la Tremoille" a Parigi, fine del XV secolo (Viollet-le-Duc)

Img.8: Giulio Romano e seguaci: Palazzo Colloredo, ora di Giustizia, in Mantova. Bugne del basamento. | in alto: Alessandro Galilei: Facciata della Basilica di S. Giovanni in Roma, particolare. | Tempio di Poseidone a Pesto, prima metà del V secolo a.C. : Fusto di una colonna d’angolo, particolare. | in basso: Base di pilastro proveniente dal portico dell'”Hotel de la Tremoille” a Parigi, fine del XV secolo (Viollet-le-Duc)

Le modanature vengono rilette come elementi profondamente integrati alla struttura dell’opera, in grado di renderne leggibili le relazioni tra la parti ed evidenziarne gli andamenti, creando punti di addensamento della realtà dotati della “qualità di esistere potentemente”. Definiscono delle “pressioni energetiche”, giochi di forza all’interno della parete muraria rendendola un continuum fortemente espressivo, magma primordiale che prende forma. Tutto è visibile ed è leggibile sulla superficie, grazie alla carica plastica affidata alle modanature in quanto punti di congiunzione strutturale e lirica tra le singole parti, che rivelano l’essenza dell’architettura stessa nel contrasto con “gli spazi liberi”  e privi di modanature con cui interagiscono, in una sintassi architettonica attentamente studiata per riflettere le tensioni della materia e i rapporti strutturali tra gli elementi.

Nella sintesi del numero, Moretti riepiloga:

1. Le modanature sono lo spazio dove maggiormente si addensa il concreto.
2.Le modanature  costituiscono, specialmente nella loro forma tipica di elementi paralleli tra loro, un gruppo geometrico “invariante” che da solo caratterizza le proporzioni e le figure dell’edificio
3. Le dimensioni degli elementi più sottili di una cornice esprimono la qualità, la resistenza della materia che si è impiegata, anche se solo idealmente
4 . Le cornici sono pura plastica e si modulano come musica
5. Le sue qualità con la luce del sole danno luogo a una continua variazione di ombre così che la modanatura e l’architettura a cui è unita vivono di ora in ora il corso del giorno e della luce

Nel periodo in cui si stava affermando l’arte astratta si afferma anche l’architettura razionale che, tra le fondamentali premesse teoriche, rifiutava le modanatura  nonostante queste fossero gli elementi più evidentemente astratti nell’architettura antica. Un motivo di questo rifiuto, sostiene Moretti, è stata la stanchezza del linguaggio decorativo del XIX secolo che ha tolto alle modanature ogni valore espressivo. Per questo i “valori delle modanature”  non sono stati riconosciuti dall’architettura moderna, che ha sostituito le “esigenze del linguaggio plastico” e la loro legge formale.


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