Bigness: elemento architettonico a scala urbana o elemento urbano a scala architettonica?

Beyond a certain critical mass, a building becomes a Big Building. Such a mass can no longer be controlled by a single architectural gesture, or even by any combination of architectural gestures. This impossibility triggers the autonomy of its parts, but that is not the same as fragmentation: the parts remain committed to the whole. (…)

In Bigness, the distance between core and envelope increases to the point where the facade can no longer reveal what happens inside. The humanist expectation of “honesty” is doomed: interior and exterior architectures become separate projects, one dealing with theinstability of programmatic and iconographic needs, the other – agent of clisinformation – offering the city the apparent stability of an object. Where architecture reveals, Bigness perplexes; Bigness transforms the city from a summation of cortainties into an accumulation of mysteries. What you see-is no longer what you get. (…)

(…)Their impact is independent of their quality. (Rem Koolhaas, SMLXL)

Da una parte essa pone la relazione nuova e inedita col contesto principalmente visto come connessione di flussi dove la distanza è appunto misurata su scala temporale (nei differenti modi di percorrenza e fruizione dello spazio); dall’altra rivela una nuova relazione tra spazio interno e involucro (barocco – cubismo) dove l’incontro dei due mondi è una “messa in scena” una rappresentazione necessariamente parziale e enigmatica.

Questa relazione pone un nuovo modo di guardare al senso stesso di landscape urbanscape e “interiorscape”: una indeterminatezza/discontinuità fisica percepibile pone il problema di un nuovo contesto genericamente inteso che deve essere definito nei suoi ambiti concettuali e nelle relazioni di appartenenza/identità di una società complessa che abita una dimensione spaziotemporale estesa.

Se pensiamo al Landmark nella sua accezione di elemento architettonico alla scala urbana che ne acquisisce reinterpretandoli i caratteri tipo/morfologici ibridandoli) il parco a tema puo’ essere visto come elemento urbano che assorbe ibrida e reinterpreta nella netcity caratteri e elementi provenienti da differenti paesaggi antropizzati.  Come succede quando si acquisiscono, reinterpretandoli i caratteri di uno o più paesaggi?. la stratificazione/artificializzazione del suolo/suoli diviene il connettivo di questa complessità: Il cipset capace di dialogare e mettere a sistema ambiti differenti.

L’attualità architettonica ha posto alle radici della sua ricerca la complessità come riferimento che ha prodotto esiti differenti. La relazione tra pratica-procedimento artistico / regola diviene fondante.

Il paesaggio antropico si configura con set di scene montate su di un sistema complesso e multi scalare dove soglie membrane e diaframmi divengono i limiti e le definizioni di questi ambiti.

Il problema del riconoscimento di figure e schemi pattern che rendano leggibile la complessità appare cruciale; tale tema viene sviluppato e preso a riferimento in gran parte dell’architettura contemporanea così come viene posto dalle avanguardie artistiche del primo Novecento che mettono in discussione l’idea di un punto di vista unico e statico dell’oggetto superando l’identità tra oggetto e immagine. L’idea di simultaneità delle differenti visioni e in maniera più estesa l’introiezione del movimento relativo tra soggetto e oggetto all’interno della rappresentazione artistica pongono le basi per un nuovo modo di vedere l’arte e da li l’ambiente antropizzato.

Appare importante sottolineare la relazione, e quindi lo sforzo conseguente che viene messo in campo nel cercare la corrispondenza tra disegno (rappresentazione) e progetto.  Essa è in primo luogo un processo mentale e non puramente manuale/sensoriale  di sintesi e associazione, lettura e interpretazione che rende leggibile e comunicabile un concetto astratto ed il procedimento usato per raggiungere tale esito.

La ricerca sulla composizione/montaggio si attesta sul procedimento e sull’individuazione di un difficile confine tra regola organizzativa distributiva dispositiva (layers, diagrammi, parametrico) e arbitrio (gesto).

La Complessità e suoi strumenti di gestione, lettura e interpretazione ripone al centro la relazione tra  Regola e arbitrio tra Complessità nella sua messa in scena e pattern (schema riconoscibile)


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