L’unità è composta da due elementi: non una vera e propria scissione, ma una simultanea presenza degli opposti. Una continua spinta alla separazione, uno stato di intrinseca duplicità contenuto nell’unicità dell’opera d’arte.
Esistono modalità diverse di relazione tra le coppie di elementi, contraddizioni interne all’ unico esplicitate con dispositivi differenti.
La tesi indaga queste modalità, sviluppando esempi scelti del mondo dell’arte, figurativa e non, e dell’architettura.
Il Perturbante. Giovan Battista Piranesi, Chiesa di Santa Maria del Priorato. Altare di San Basilio
Das Unheimlich”, il perturbante è un saggio pubblicato da Freud nel 1919. La parola “unheimlich” è l’antitesi dell’aggettivo “heimlich”, che può significare: “familiare, domestico, fidato, intimo” , ma anche il contrario “nascosto, celato, da non far sapere”.
L’altare della Chiesa di Santa Maria del Priorato all’Aventino di Giovan Battista Piranesi, possiede due volti, due facce inconciliabili, irriducibili l’una all’altra, tra le quali non vi è comunicazione diretta; solo un complicato esercizio mentale le può riconoscere coappartenenti, l’una faccia è necessaria all’altra; un volto senza l’altro resterebbe muto. L’altare di San Basilio è fatto di oggetti; degli oggetti descrive l’ingovernabile molteplicità e la vocazione alla casualità associativa. Vuoto e pieno, silenzio e narrazione, riproduzione e creazione, mimesi e originale, finito e incompiuto, heimlich e unheimlich : l’elenco delle coppie di opposti che l’altare di San Basilio suggerisce è in realtà senza fine. In ciò risiede il suo messaggio, questa è la sua natura allegorica.
L’immagine allo specchio. Piero della Francesca, La Flagellazione di Cristo Ne La Flagellazione di Cristo, due gruppi di figure, apparentemente estranei l’uno all’altro, sono tenuti insieme dalle linee prospettiche dell’architettura. Le tre figure in fondo sono un “doppio”, una replica delle tre figure in avanti. Nell’ equilibrio della composizione, all’ambiente chiuso di sinistra corrisponde a destra un ambiente aperto; agli uomini attorno a Cristo corrispondono quelli in primo piano, caratterizzati da una gestualità “congelata”in una specie di vitalità sospesa. Le figure sembrano più che altro un elemento architettonico da collocare in uno spazio geometrico: le teste non sono che sfere, i colli e i corpi fusti di colonne. La fusione tra figure e spazio vuole essere totale, ma lo è dal punto di vista astratto dello spazio.
Il clone. Giulio Paolini, Mimesi
Paolini in Mimesi colloca due calchi identici del busto dell’Hermes di Prassitele, uno di fronte all’altro, ponendosi come osservatore che coglie la distanza che li divide, quindi tutte le possibilità di rapporto che si determinano tra loro, e tra quell’immagine e noi. La coppia di cloni del busto classico, diviene l’ossessione dell’artista che procede con questo dispositivo della copia di modelli antichi: sdoppiati, clonati, origine di un principio seriale.
Zweisamkeit, solitudine a due. Le Torri Gemelle “ Un altro esempio è costituito dalle due torri del World Trade Center. In questo caso l’elemento c’è reso visibile dall’ombra che un grattacielo proietta sull’altro e con la quale si identifica. Questo prisma incorporeo si propone come un edificio in negativo, un’architettura immateriale in movimento che gira attorno alla coppia di torri trasformandola in una colossale meridiana .Per comprendere meglio l’idea strumento di distanza limite occorre introdurne un’altra, l’idea-strumento di territori delle forme”. I volumi non finiscono dove le superfici che li delimitano incontrano il vuoto. Una nuova materia nasce, si deforma. L’ombra mobile, immateriale, ma presente si sposta tra i volumi. Solitudine a due: soli nella dimensione , identica superficie occupata e altezza, e nel loro rapporto esclusivo rispetto agli elementi del tessuto circostante. “Essi sono circondati da un’aurea, ovvero da una vibrazione che si diffonde nello spazio circostante a causa dell’esistenza di questo involucro virtuale. Il rapporto tra i volumi non è solo la relazione tra due entità fisiche, bensì anche tra le loro invisibili ma essenziali proiezioni. Comporre architetture è soprattutto calcolare relazioni tra i volumi e , al loro interno, tra gli elementi che li costituiscono”. F. Purini

 


Note:
1. BENJAMIN W., L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Torino, Einaudi, 2011
2. FREUD S., Il perturbante, in L’Io e l’Es e altri scritti 1917-1923, Torino, Bollati Bolinghieri, 2008
3. PAOLINI G., La verità, Giulio Einaudi Editore, 1996
4. PIRANESI G.,JATTA B., Piranesi e l’Aventino, Electa , Milano, 1998
5. PURINI F., Comporre l’architettura, Editori Laterza 2004 6. RANK O., Il doppio, Milano, SE editore, 2008
7. TAFURI M., «L’architetto scellerato»: G.B. Piranesi, l’eterotipia e il viaggio, in ID, La sfera e il labirinto, Torino, Einaudi 198
8. BOLLETTINO DELL’ ARTE, Fascicolo 65 (gennaio-febbraio 1991) Piero della Francesca: Flagellazione di Cristo